IL MISTERO DEL CANCRO E LE CELLULE DEL CORPO
IL MISTERO DEL CANCRO E LE CELLULE DEL CORPO
Si riporta di seguito ed integralmente un’interessante articolo di cui sono venuto a conoscenza, scritto da Helmut Hoffman sulla rivista “IL GIORNALE DEI MISTERI nr. 40, dalla pag.30 alla pag. 34, tradotto in italiano dalla Prof.ssa Paola Giovetti, riguardante un’eccezionale scoperta fatta dal prof. Dott. Maurice Vernet di Parigi sul cancro. Spero che questo scritto venga letto da qualche esimio oncologo, in modo da poter continuare le ricerche e gli studi del Vernet, anche perché alla data odierna, non sono stato in grado di trovare ulteriori informazioni.
Il mistero del cancro e le cellule del corpo
Sostanze chiave della vita – virtualità e sensibilità organica – funzioni fisiche che si avvicinano al miracolo – sensazionale terapia antitumorale dello scienziato Maurice Vernet.
Sostanze chiave della vita – virtualità e sensibilità organica – funzioni fisiche che si avvicinano al miracolo – sensazionale terapia antitumorale dello scienziato Maurice Vernet.
Nel mondo civile una persona su quattro sarà colpita da cancro. Decine di migliaia di studiosi in tutto il mondo hanno dichiarato guerra a questa spietata malattia e fanno ogni possibile sforzo per combatterla. Per esempio lo studioso inglese prof. dr. E.J. Field con la sua équipe è riuscito ad elaborare un test veramente sensazionale, secondo il quale il cancro può essere individuato già 10 anni prima che si manifestino i primi segni clinici.
La totale impotenza della scienza diviene però evidente quando lo stesso Field deve ammettere che per il momento questo test non rappresenta in alcun modo un aiuto pratico, poiché il paziente viene a sapere che un giorno sarà colpito da tumore, ma i medici non possono fare nulla per impedirlo.
Field è però molto fiducioso ed afferma pieno di speranza: <<Prima che il secolo volga al termine esisteranno cure contro il cancro. Allora il nostro test potrà aiutare milioni di persone>>.
Tipica della situazione attuale della lotta contro il tumore è la quantità di terapie spesso spettacolari che emergono come comete nel cielo ippocratico e rappresentano per milioni di persone un ultimo raggio di speranza. Comuni a tutte queste terapie sono alcuni successi che sanno di miracolo, e che la stampa mondiale riferisce, accompagnati da catastrofici insuccessi, che vengono seppelliti insieme ai pazienti e di cui non si viene più a sapere nulla.
Maggiori sono stati i successi ottenuti con mezzi chimici, come l’immunoterapia del dott. Edmund Klein del Rosswell Park Memorial Institute di Buffalo (USA, Stato di New York) o la terapia antigeni del prof. dott. Phil Gold dell’università di Montreal (Australia). In molti laboratori sono in corso promettenti esperimenti con enzimi ed anticorpi, per nominarne solo alcuni. Poiché, però, ogni organismo reagisce in modo diverso alle sostanze chimiche, e le allergie che ne derivano hanno una grande importanza in tali terapie, anche in questo caso si può parlare di successi parziali.
Molti studiosi sono convinti dell’origine virale dei tumori e ritengono che questi virus penetrino in ogni caso nel tessuto cellulare sano e che ivi non solo si moltiplichino senza dar nell’occhio, ma diventino addirittura parte integrante delle cellule. Là se ne stanno tranquilli come una bomba ad orologeria che può esplodere da un momento all’altro.
Se la teoria virale fosse esatta, i tumori sarebbero non solo ereditari, ma anche infettivi; ma la scienza nega entrambe queste cose.
La scienziata israeliana dott.ssa Jafa Keydar dell’Università di Tel Aviv, studiosa dei tumori, pubblicò i risultati di un esperimento nel corso del quale, per la prima volta nella storia delle ricerche su cancro, era riuscita ad isolare il virus di un tumore al seno, che era stato trovato nel latte materno di donne colpite da cancro. La dott.ssa Keydar e la sua équipe continuarono a nutrire il virus in cellule di embrioni abortiti ed hanno potuto mantenerlo in vita fino ad oggi. Avendo avuto la possibilità di dedicarsi intensivamente per mesi allo studio di questo virus, fu chiarito senz’ombra di dubbio che tale virus poteva essere considerato vera causa del male.
Rimane però aperta la questione se veramente tutti i tumori siano provocati dai virus, come molti studiosi ritengono. Non si sa ancora quanti tipi di virus cancerogeni esistano. Solo dei virus di per sé innocui, quelli che provocano raffreddori, se ne conoscono più di cento tipi diversi, ma gli scienziati suppongono che ce ne siano almeno altri cento, che finora non si conoscono. E’ presumibile che possano esistere centinaia di tipi di virus cancerogeni.
Sono note molte caratteristiche che distinguono nettamente le cellule malate di cancro da quelle sane. Le cellule soddisfano il loro fabbisogno di energia in modo del tutto diverso dalle cellule normali. Determinate componenti cellulari possono essere presenti nelle cellule tumorali moltiplicate o anche diminuite o modificate, e una volta degenerate in cellule cancerogene esse, al contrario delle cellule sane, divengono immortali, cioè illimitatamente capaci di riprodursi.
Il cancro è quindi in prima linea un problema di diffusione delle cellule e si tratta quindi probabilmente di un guasto in quel misterioso sistema di controllo dell’organismo, che comanda alle cellule sane di smettere di crescere proprio quando un tessuto ha raggiunto la dimensione giusta. Questo segnale di blocco viene evidentemente ignorato dalle cellule tumorali, oppure il segnale stesso non riesce a raggiungerle.
E’ quindi comprensibile come ogni tentativo di conoscere meglio il meccanismo della regolazione delle cellule sia di grande importanza per la scienza. E’ certo che questo meccanismo deve essere già presente nel germe di ogni organismo vivente. Ancora non molti anni fa si riteneva generalmente che il protoplasma presente nell’interno delle cellule fosse una specie di calderone, in cui le molecole della cellula si incontravano per puro caso. Oggi si sa che nel protoplasma si trova un labirinto di canaletti, tubicini, vescichette e lamelle, che agiscono con un ritmo reciproco ben definito. Quanto sia complicata la molecola di ogni singola cellula lo si può capire dal fatto che, per esempio, una sola molecola di emoglobina consiste di 8956 atomi, che sono concatenati l’uno all’altro in una successione ben definita. Se anche un solo atomo non mantenesse la successione esatta, non ci sarebbe più emoglobina.
Alcuni scienziati sono riusciti a provare che gli oltre 150.000 diversi enzimi dell’organismo umano attuano insieme quella programmazione che permette alla cellula di ottenere un determinato scopo. E qui gli scienziati hanno incontrato una sostanza alla quale hanno dato il nome di acido desoxiribonucleico (abbreviato ADN); e poi l’acido ribonucleico (ARN) chimicamente imparentato al primo. Queste molecole di acido sono, allo stato attuale della scienza, le sostanze chiave della vita. Esse sono presenti in tutte le cellule.
Detto in parole povere, questi acidi funzionano così: una molecola di ARN deposita un filo a spirale su una certa parte della molecola di ADN e riceve così informazioni relative all’ereditarietà. Si rivolge poi ad ogni singolo enzima della cellula, per trasmettere quella parte della programmazione ricevuta che questo dovrà poi realizzare in modo corrispondente all’istruzione. Si compie così la formazione del corpo in ogni singolo essere vivente, sia che si tratti di un insetto, di un topo, di un rinoceronte o di un uomo.
Una tale descrizione potrebbe tuttavia portare ad una interpretazione sbagliata delle funzioni che avvengono nell’ambito delle cellule del corpo. Dato tuttavia che una descrizione di questi complicatissimi processi non è possibile altrimenti, preferisco lasciare la parola ad uno scienziato. Il prof. dott. L. G. Tirala dice a questo proposito:
<<Il messaggio dell’ARN non è un ingegnere, che dal nucleo passa al plasma (della cellula), cerca un ribosoma o un mitocondrio e comunica: “Per favore, ci servono alcune molecole di questo speciale albume, che voi ora produrrete”. Tutto avviene nella forma del “come se”! Le ruote dentate di queste particelle nucleari sono così fini, che noi le interpretiamo correntemente come “informazioni”, come comunicazioni da un complesso chimico ad un altro, dato che non possiamo fare altrimenti, e per noi questo è anche il modo più facile di rappresentarle>>. Il famoso studioso svizzero, prof. dott. Adolf Portmann, dice a proposito delle funzioni cellulari: <<Chi si dedica sempre allo studio dell’organismo superiore, sa bene che un occhio, un orecchio, una mano ha come premessa un piano di sviluppo quanto mai articolato, un piano il cui ordine noi speriamo di localizzare in parte nel nucleo della cellula, nei cromosomi, ma che deve essere predisposto per una partecipazione molto più misteriosa alla struttura del plasma della cellula dell’uovo>>.
Uno scienziato ha accertato che in un’unica cellula umana sonnecchiano in codice più comandi ADN di quanti se ne potrebbero stampare in mille volumi formato enciclopedia.
Il prof. dott. Maurice Vernet è del parere che la vera base di ogni forma di vita sia il sistema nervoso. Il sistema nervoso si differenzia da tutte le altre parti dell’organismo già per il fatto che non consiste di cellule che si rinnovano continuamente, bensì è presente al completo in ogni essere vivente sin dall’inizio, rendendo così possibile lo sviluppo armonico del corpo di ogni creatura.
Tutte le funzioni della vita, dell’intelligenza e persino della morale umana hanno lì la loro origine: Vernet parla di sensibilità organica, che descrive in questo modo: <<Essa è la vita stessa con tutte le possibilità espressive dello sviluppo e coniate per ogni essere in vista del suo comportamento, delle sue reazioni ed anche della sua capacità di moltiplicarsi. Così la vita è già energia prima di divenite sostanza. A fianco del FIAT LUX, bisogna quindi supporre anche un FIAT VITA>>.
Vernet si occupa già da circa 40 anni, di studi sui tumori. Ha scritto più di 30 libri specialistici, molti dei quali hanno ottenuto premi. Egli è membro dell’Académie Française ed è considerato un’autorità anche al di là dei confini della Francia.
La totale impotenza della scienza diviene però evidente quando lo stesso Field deve ammettere che per il momento questo test non rappresenta in alcun modo un aiuto pratico, poiché il paziente viene a sapere che un giorno sarà colpito da tumore, ma i medici non possono fare nulla per impedirlo.
Field è però molto fiducioso ed afferma pieno di speranza: <<Prima che il secolo volga al termine esisteranno cure contro il cancro. Allora il nostro test potrà aiutare milioni di persone>>.
Tipica della situazione attuale della lotta contro il tumore è la quantità di terapie spesso spettacolari che emergono come comete nel cielo ippocratico e rappresentano per milioni di persone un ultimo raggio di speranza. Comuni a tutte queste terapie sono alcuni successi che sanno di miracolo, e che la stampa mondiale riferisce, accompagnati da catastrofici insuccessi, che vengono seppelliti insieme ai pazienti e di cui non si viene più a sapere nulla.
Maggiori sono stati i successi ottenuti con mezzi chimici, come l’immunoterapia del dott. Edmund Klein del Rosswell Park Memorial Institute di Buffalo (USA, Stato di New York) o la terapia antigeni del prof. dott. Phil Gold dell’università di Montreal (Australia). In molti laboratori sono in corso promettenti esperimenti con enzimi ed anticorpi, per nominarne solo alcuni. Poiché, però, ogni organismo reagisce in modo diverso alle sostanze chimiche, e le allergie che ne derivano hanno una grande importanza in tali terapie, anche in questo caso si può parlare di successi parziali.
Molti studiosi sono convinti dell’origine virale dei tumori e ritengono che questi virus penetrino in ogni caso nel tessuto cellulare sano e che ivi non solo si moltiplichino senza dar nell’occhio, ma diventino addirittura parte integrante delle cellule. Là se ne stanno tranquilli come una bomba ad orologeria che può esplodere da un momento all’altro.
Se la teoria virale fosse esatta, i tumori sarebbero non solo ereditari, ma anche infettivi; ma la scienza nega entrambe queste cose.
La scienziata israeliana dott.ssa Jafa Keydar dell’Università di Tel Aviv, studiosa dei tumori, pubblicò i risultati di un esperimento nel corso del quale, per la prima volta nella storia delle ricerche su cancro, era riuscita ad isolare il virus di un tumore al seno, che era stato trovato nel latte materno di donne colpite da cancro. La dott.ssa Keydar e la sua équipe continuarono a nutrire il virus in cellule di embrioni abortiti ed hanno potuto mantenerlo in vita fino ad oggi. Avendo avuto la possibilità di dedicarsi intensivamente per mesi allo studio di questo virus, fu chiarito senz’ombra di dubbio che tale virus poteva essere considerato vera causa del male.
Rimane però aperta la questione se veramente tutti i tumori siano provocati dai virus, come molti studiosi ritengono. Non si sa ancora quanti tipi di virus cancerogeni esistano. Solo dei virus di per sé innocui, quelli che provocano raffreddori, se ne conoscono più di cento tipi diversi, ma gli scienziati suppongono che ce ne siano almeno altri cento, che finora non si conoscono. E’ presumibile che possano esistere centinaia di tipi di virus cancerogeni.
Sono note molte caratteristiche che distinguono nettamente le cellule malate di cancro da quelle sane. Le cellule soddisfano il loro fabbisogno di energia in modo del tutto diverso dalle cellule normali. Determinate componenti cellulari possono essere presenti nelle cellule tumorali moltiplicate o anche diminuite o modificate, e una volta degenerate in cellule cancerogene esse, al contrario delle cellule sane, divengono immortali, cioè illimitatamente capaci di riprodursi.
Il cancro è quindi in prima linea un problema di diffusione delle cellule e si tratta quindi probabilmente di un guasto in quel misterioso sistema di controllo dell’organismo, che comanda alle cellule sane di smettere di crescere proprio quando un tessuto ha raggiunto la dimensione giusta. Questo segnale di blocco viene evidentemente ignorato dalle cellule tumorali, oppure il segnale stesso non riesce a raggiungerle.
E’ quindi comprensibile come ogni tentativo di conoscere meglio il meccanismo della regolazione delle cellule sia di grande importanza per la scienza. E’ certo che questo meccanismo deve essere già presente nel germe di ogni organismo vivente. Ancora non molti anni fa si riteneva generalmente che il protoplasma presente nell’interno delle cellule fosse una specie di calderone, in cui le molecole della cellula si incontravano per puro caso. Oggi si sa che nel protoplasma si trova un labirinto di canaletti, tubicini, vescichette e lamelle, che agiscono con un ritmo reciproco ben definito. Quanto sia complicata la molecola di ogni singola cellula lo si può capire dal fatto che, per esempio, una sola molecola di emoglobina consiste di 8956 atomi, che sono concatenati l’uno all’altro in una successione ben definita. Se anche un solo atomo non mantenesse la successione esatta, non ci sarebbe più emoglobina.
Alcuni scienziati sono riusciti a provare che gli oltre 150.000 diversi enzimi dell’organismo umano attuano insieme quella programmazione che permette alla cellula di ottenere un determinato scopo. E qui gli scienziati hanno incontrato una sostanza alla quale hanno dato il nome di acido desoxiribonucleico (abbreviato ADN); e poi l’acido ribonucleico (ARN) chimicamente imparentato al primo. Queste molecole di acido sono, allo stato attuale della scienza, le sostanze chiave della vita. Esse sono presenti in tutte le cellule.
Detto in parole povere, questi acidi funzionano così: una molecola di ARN deposita un filo a spirale su una certa parte della molecola di ADN e riceve così informazioni relative all’ereditarietà. Si rivolge poi ad ogni singolo enzima della cellula, per trasmettere quella parte della programmazione ricevuta che questo dovrà poi realizzare in modo corrispondente all’istruzione. Si compie così la formazione del corpo in ogni singolo essere vivente, sia che si tratti di un insetto, di un topo, di un rinoceronte o di un uomo.
Una tale descrizione potrebbe tuttavia portare ad una interpretazione sbagliata delle funzioni che avvengono nell’ambito delle cellule del corpo. Dato tuttavia che una descrizione di questi complicatissimi processi non è possibile altrimenti, preferisco lasciare la parola ad uno scienziato. Il prof. dott. L. G. Tirala dice a questo proposito:
<<Il messaggio dell’ARN non è un ingegnere, che dal nucleo passa al plasma (della cellula), cerca un ribosoma o un mitocondrio e comunica: “Per favore, ci servono alcune molecole di questo speciale albume, che voi ora produrrete”. Tutto avviene nella forma del “come se”! Le ruote dentate di queste particelle nucleari sono così fini, che noi le interpretiamo correntemente come “informazioni”, come comunicazioni da un complesso chimico ad un altro, dato che non possiamo fare altrimenti, e per noi questo è anche il modo più facile di rappresentarle>>. Il famoso studioso svizzero, prof. dott. Adolf Portmann, dice a proposito delle funzioni cellulari: <<Chi si dedica sempre allo studio dell’organismo superiore, sa bene che un occhio, un orecchio, una mano ha come premessa un piano di sviluppo quanto mai articolato, un piano il cui ordine noi speriamo di localizzare in parte nel nucleo della cellula, nei cromosomi, ma che deve essere predisposto per una partecipazione molto più misteriosa alla struttura del plasma della cellula dell’uovo>>.
Uno scienziato ha accertato che in un’unica cellula umana sonnecchiano in codice più comandi ADN di quanti se ne potrebbero stampare in mille volumi formato enciclopedia.
Il prof. dott. Maurice Vernet è del parere che la vera base di ogni forma di vita sia il sistema nervoso. Il sistema nervoso si differenzia da tutte le altre parti dell’organismo già per il fatto che non consiste di cellule che si rinnovano continuamente, bensì è presente al completo in ogni essere vivente sin dall’inizio, rendendo così possibile lo sviluppo armonico del corpo di ogni creatura.
Tutte le funzioni della vita, dell’intelligenza e persino della morale umana hanno lì la loro origine: Vernet parla di sensibilità organica, che descrive in questo modo: <<Essa è la vita stessa con tutte le possibilità espressive dello sviluppo e coniate per ogni essere in vista del suo comportamento, delle sue reazioni ed anche della sua capacità di moltiplicarsi. Così la vita è già energia prima di divenite sostanza. A fianco del FIAT LUX, bisogna quindi supporre anche un FIAT VITA>>.
Vernet si occupa già da circa 40 anni, di studi sui tumori. Ha scritto più di 30 libri specialistici, molti dei quali hanno ottenuto premi. Egli è membro dell’Académie Française ed è considerato un’autorità anche al di là dei confini della Francia.
Giuseppe Di Giovanni- Numero di messaggi : 36
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