La scelta vegetariana
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La scelta vegetariana
Riporto qui di seguito un articolo apparso su "La Repubblica" il giorno 6 giugno a firma dell'ex ministro della sanità Umberto Veronesi. Si può essere d'accordo o meno con il personaggio, con la carica che ha rappresentato ed il ruolo che tuttora riveste, ma voglio pubblicare le sue parole in merito alla scelta vegetariana perchè vanno al di là di tutto ciò.
Mi sembrano condivisibili non in quanto pronunciate da Veronesi, ma perchè dicono il vero.
"Cio' che il vertice Fao ha 'dimenticato' di discutere e' il cuore del
problema della fame nel mondo, che non è solo legato ai costi di
produzione e distribuzione dei cibi, ma sopratutto alle abitudini
alimentari della popolazione del pianeta.
Occorre una rivoluzione nell'alimentazione dei Paesi ricchi per dare il
via concretamente e subito ad una soluzione della tragedia dei Paesi
poveri, dove si soffre la fame, mentre noi siamo alle prese con il problema
opposto.
Aumenta l'obesita' tra i nostri figli, le nostre adolescenti anoressiche
usano il troppo cibo come ricatto e se ne privano fino a lasciarsi
morire, la nostra dieta opulenta ci fa ammalare sempre di piu'.
Proprio su questi temi si riuniranno a Venezia a settembre alcuni fra i
maggiori esperti per la Quarta Conferenza Mondiale sul Futuro della
Scienza: 'Food and Water for Life'.
Io penso che l'ingiustizia alimentare sia una delle peggiori iniquita'
dei nostri tempi: una questione di civiltà e di cultura che ci riguarda
tutti da vicino.
C'e' un comportamento individuale responsabile, infatti, che può
contribuire ad equilibrare questi due drammatici estremi ed e' la
riduzione del consumo di carne.
Molti uomini di scienza e di pensiero hanno creduto che la scelta
vegetariana fosse quella giusta per l'armonia del pianeta.
Dal genio rinascimentale di Leonardo da Vinci, che non poteva sopportare
che i nostri corpi fossero le tombe degli animali, fino ad Albert
Einstein, il piu' grande scienziato del'900 che presagiva che nulla darà
la possibilità di sopravvivenza sulla Terra quanto l'evoluzione verso
una dieta vegetariana.
Anch'io sono convinto che il vegetarianesimo sia inevitabile, per tre
motivi, il primo e' di ordine ecologico/sociale.
I prodotti agricoli a livello mondiale sarebbero in realtà sufficienti a
sfamare i sei miliardi di abitanti, se venissero equamente divisi e
sopratutto se non fossero in gran parte utilizzati per alimentare i tre
miliardi di animali da allevamento.
Ogni anno 150 milioni di tonnellate di cereali sono destinate a bovini,
polli e ovini, con una perdita di oltre l'80% di potenzialità nutritiva:
in pratica il 50% dei cereali ed il 75% della soia raccolti nel mondo
servono a nutrire gli animali di allevamento.
L'America meridionale, per fare posto agli allevamenti, distrugge ogni
anno una parte della foresta amazzonica grande come l'Austria.
Trentasei dei quaranta paesi più poveri del mondo esportano cereali
negli Stati Uniti, dove il 90% del prodotto importato è utilizzato per
nutrire animali destinati al macello.
Viviamo in un mondo dove un miliardo di persone non ha accesso all'acqua
pulita e per produrre un chilo di carne di manzo occorrono piu' di
trentamila litri di acqua.
Già oggi non riusciamo neppure a contare quante malattie e quante morti
potrebbe evitare un minore consumo di carne. Veniamo così indirettamente
alla seconda motivazione del vegetarianesimo, che è la tutela della salute.
Non ci sono dubbi che un alimentazione povera di carne e ricca di
vegetali sia più adatta a mantenerci in buona forma. Gli alimenti di
origine vegetale hanno una funzione protettiva contro l'azione dei
radicali liberi, cioè quelle molecole che possono alterare la struttura
delle cellule e dei loro geni. Si può quindi pensare che chi segue un
alimentazione ricca di alimenti vegetali è meno a rischio di ammalarsi e
possa vivere più a lungo.
C'è poi un secondo fattore. Noi siamo circondati da sostanze inquinanti
che possono mettere a rischio la nostra vita. Sono sostanze nocive se le
respiriamo, ma lo sono molto di più se le ingeriamo. Consumando carne,
ci mettiamo proprio in questa situazione, perché dall' atmosfera queste
sostanze ricadono sul terreno, e quindi sull'erba che, mangiata dal
bestiame,(o attraverso i mangimi) introduce le sostanze nocive nei suoi
depositi adiposi, e infine nel nostro piatto quando mangiamo la carne.
L'accumulo di sostanze tossiche ci predispone a molte malattie
cosiddette "del benessere" (diabete non - insulino dipendente,
arteriosclerosi, obesità). Anche il rischio oncologico è legato alla
quantità di carne che consumiamo. Le sostanze tossiche si accumulano più
facilmente nel tessuto adiposo, dove rimangono per molto tempo
esponendoci più a lungo ai loro effetti tossici.
Frutta e verdura sono alimenti poverissimi di grassi e ricchi di fibre:
queste agevolano il transito del cibo ingerito, riducono il tempo di
contatto con la parete intestinale degli eventuali agenti cancerogeni
presenti negli alimenti. I vegetali poi, oltre a contaminarci molto meno
degli altrialimenti, sono scrigni preziosi di sostanze come vitamine,
antiossidanti edinibitori della cancerogenesi (come gli flavonoidi e gli
isoflavoni), che consentono di neutralizzare gli agenti cancerogeni, di
"diluirne" la formazione e di ridurne la proliferazione delle cellule
malate.
La terza motivazione, ma non l'ultima, è di ordine etico - filosofico ed
è quella che ha fatto di me un vegetariano convinto da sempre. Io ero un
bambino di campagna, amico degli animali e oggi sono un uomo che ha il
massimo rispetto per la vita in tutte le sue forme, specie quando questa
non può far valere le proprie ragioni. Il cibo è per me una forma di
celebrazione della vita, ma non mi piace celebrare la vita negando la
vita stessa ad altri esseri".
Mi sembrano condivisibili non in quanto pronunciate da Veronesi, ma perchè dicono il vero.
"Cio' che il vertice Fao ha 'dimenticato' di discutere e' il cuore del
problema della fame nel mondo, che non è solo legato ai costi di
produzione e distribuzione dei cibi, ma sopratutto alle abitudini
alimentari della popolazione del pianeta.
Occorre una rivoluzione nell'alimentazione dei Paesi ricchi per dare il
via concretamente e subito ad una soluzione della tragedia dei Paesi
poveri, dove si soffre la fame, mentre noi siamo alle prese con il problema
opposto.
Aumenta l'obesita' tra i nostri figli, le nostre adolescenti anoressiche
usano il troppo cibo come ricatto e se ne privano fino a lasciarsi
morire, la nostra dieta opulenta ci fa ammalare sempre di piu'.
Proprio su questi temi si riuniranno a Venezia a settembre alcuni fra i
maggiori esperti per la Quarta Conferenza Mondiale sul Futuro della
Scienza: 'Food and Water for Life'.
Io penso che l'ingiustizia alimentare sia una delle peggiori iniquita'
dei nostri tempi: una questione di civiltà e di cultura che ci riguarda
tutti da vicino.
C'e' un comportamento individuale responsabile, infatti, che può
contribuire ad equilibrare questi due drammatici estremi ed e' la
riduzione del consumo di carne.
Molti uomini di scienza e di pensiero hanno creduto che la scelta
vegetariana fosse quella giusta per l'armonia del pianeta.
Dal genio rinascimentale di Leonardo da Vinci, che non poteva sopportare
che i nostri corpi fossero le tombe degli animali, fino ad Albert
Einstein, il piu' grande scienziato del'900 che presagiva che nulla darà
la possibilità di sopravvivenza sulla Terra quanto l'evoluzione verso
una dieta vegetariana.
Anch'io sono convinto che il vegetarianesimo sia inevitabile, per tre
motivi, il primo e' di ordine ecologico/sociale.
I prodotti agricoli a livello mondiale sarebbero in realtà sufficienti a
sfamare i sei miliardi di abitanti, se venissero equamente divisi e
sopratutto se non fossero in gran parte utilizzati per alimentare i tre
miliardi di animali da allevamento.
Ogni anno 150 milioni di tonnellate di cereali sono destinate a bovini,
polli e ovini, con una perdita di oltre l'80% di potenzialità nutritiva:
in pratica il 50% dei cereali ed il 75% della soia raccolti nel mondo
servono a nutrire gli animali di allevamento.
L'America meridionale, per fare posto agli allevamenti, distrugge ogni
anno una parte della foresta amazzonica grande come l'Austria.
Trentasei dei quaranta paesi più poveri del mondo esportano cereali
negli Stati Uniti, dove il 90% del prodotto importato è utilizzato per
nutrire animali destinati al macello.
Viviamo in un mondo dove un miliardo di persone non ha accesso all'acqua
pulita e per produrre un chilo di carne di manzo occorrono piu' di
trentamila litri di acqua.
Già oggi non riusciamo neppure a contare quante malattie e quante morti
potrebbe evitare un minore consumo di carne. Veniamo così indirettamente
alla seconda motivazione del vegetarianesimo, che è la tutela della salute.
Non ci sono dubbi che un alimentazione povera di carne e ricca di
vegetali sia più adatta a mantenerci in buona forma. Gli alimenti di
origine vegetale hanno una funzione protettiva contro l'azione dei
radicali liberi, cioè quelle molecole che possono alterare la struttura
delle cellule e dei loro geni. Si può quindi pensare che chi segue un
alimentazione ricca di alimenti vegetali è meno a rischio di ammalarsi e
possa vivere più a lungo.
C'è poi un secondo fattore. Noi siamo circondati da sostanze inquinanti
che possono mettere a rischio la nostra vita. Sono sostanze nocive se le
respiriamo, ma lo sono molto di più se le ingeriamo. Consumando carne,
ci mettiamo proprio in questa situazione, perché dall' atmosfera queste
sostanze ricadono sul terreno, e quindi sull'erba che, mangiata dal
bestiame,(o attraverso i mangimi) introduce le sostanze nocive nei suoi
depositi adiposi, e infine nel nostro piatto quando mangiamo la carne.
L'accumulo di sostanze tossiche ci predispone a molte malattie
cosiddette "del benessere" (diabete non - insulino dipendente,
arteriosclerosi, obesità). Anche il rischio oncologico è legato alla
quantità di carne che consumiamo. Le sostanze tossiche si accumulano più
facilmente nel tessuto adiposo, dove rimangono per molto tempo
esponendoci più a lungo ai loro effetti tossici.
Frutta e verdura sono alimenti poverissimi di grassi e ricchi di fibre:
queste agevolano il transito del cibo ingerito, riducono il tempo di
contatto con la parete intestinale degli eventuali agenti cancerogeni
presenti negli alimenti. I vegetali poi, oltre a contaminarci molto meno
degli altrialimenti, sono scrigni preziosi di sostanze come vitamine,
antiossidanti edinibitori della cancerogenesi (come gli flavonoidi e gli
isoflavoni), che consentono di neutralizzare gli agenti cancerogeni, di
"diluirne" la formazione e di ridurne la proliferazione delle cellule
malate.
La terza motivazione, ma non l'ultima, è di ordine etico - filosofico ed
è quella che ha fatto di me un vegetariano convinto da sempre. Io ero un
bambino di campagna, amico degli animali e oggi sono un uomo che ha il
massimo rispetto per la vita in tutte le sue forme, specie quando questa
non può far valere le proprie ragioni. Il cibo è per me una forma di
celebrazione della vita, ma non mi piace celebrare la vita negando la
vita stessa ad altri esseri".
Dott.Alessandro Todeschin- Numero di messaggi : 31
Età : 44
Località : Thiene (Vicenza)
Data d'iscrizione : 11.06.08
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