«Genitori, non riempite i figli di antibiotici»
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«Genitori, non riempite i figli di antibiotici»
Riporto qui un articolo per mostrare quanto le notizie fomentano spesso il panico (...e anche il mercato farmaceutico...)
Francesco Patanè
Ressa in farmacia, con prescrizione medica, per le profilassi I medici: «Fenomeno incontrollato e paure esagerate» Non si placa la psicosi meningite dopo il contagio dello studente coneglianese. Nelle ultime 48 ore le farmacie di Padova hanno venduto non meno di 300 confezioni di antibiotici con il principio attivo della ciprofloxacina, indicato per le profilassi contro la meningite. Per molti padovani è stato un ripiego per l’assenza del vaccino letteralmente andato a ruba. A chiederlo in farmacia, con tanto di ricetta del medico di base, sono state soprattutto le mamme, impaurite di un possibile contagio dei figli.
I vaccini sono a disposizione negli uffici igiene e in ospedale per i casi di necessità accertata (come per i 30 amici di Riccardo Huster che cenarono con lui il giorno prima del ricovero). Ma nelle farmacie i rifornimenti sono praticamente azzerati.
Assalto alle farmacie. Nelle farmacie padovane da venerdì mattina è scattata la corsa al vaccino. Non trovandolo, molti hanno ripiegato sulla profilassi antibiotica. «Negli ultimi due giorni ho venduto oltre cinquanta confezioni di antibiotico per la profilassi contro la meningite - racconta il dottor Andrea Meneghetti della farmacia Santa Sofia - sarà forse per il fatto di essere vicino all’università e al luogo dove il ragazzo viveva. Sta di fatto che molte mamme spaventate sono venute con la ricetta medica. Per quel che riguarda i vaccini, non prendiamo le ordinazioni proprio perché non sappiamo quando ci verrà consegnato». La stessa processione si è verificata nell’altra farmacia di turno del centro storico, la Carraro di via Cesare Battisti dove i clienti impauriti dalla meningite entrano in continuazione in cerca di vaccini e antibiotici. Insomma, a caccia di qualsiasi tipo di rassicurazione per passare sereno il Natale. «Ne abbiamo venduti almeno 50 da venerdì - spiega la farmacista - Soprattutto chi ha figli che frequentano locali pubblici teme un possibile contagio e corre ai ripari». Fuori dal centro la situazione diventa più normale: a Pontevigodarzere sono state consegnate sette confezioni in un giorno ma il farmacista spiega «che si tratta di un antibiotico che viene normalmente prescritto per patologie che colpiscono le vie alte e basse vie aeree».
Medici di base. Il presidente dei medici di base, Maurizio Benato, allarga le braccia di fronte al fenomeno: «Purtroppo questa psicosi colpisce non solo i pazienti, ma anche gli stessi medici - commenta Benato - Non ha senso prescrivere antibiotici solo perché un figlio va all’università o in un locale pubblico. Anche perché il virus della meningite rimane in vita cinque minuti all’aria e dunque è necessario un contatto diretto con saliva e secrezioni».
Paura a Capodanno. Per ora le associazioni di categoria, Appe e Confesercenti in particolare, non hanno avuto segnali in merito, ma è fondato il rischio che la psicosi da contagio possa condizionare il Capodanno dei padovani: più di un genitore sarebbe intenzionato a tenere a casa i figli la notte di Capodanno.(24 dicembre 2007)
Fonte: http://espresso.repubblica.it/dettaglio-local/«Genitori-non-riempite-i-figli-di-antibiotici»/1928887
Francesco Patanè
Ressa in farmacia, con prescrizione medica, per le profilassi I medici: «Fenomeno incontrollato e paure esagerate» Non si placa la psicosi meningite dopo il contagio dello studente coneglianese. Nelle ultime 48 ore le farmacie di Padova hanno venduto non meno di 300 confezioni di antibiotici con il principio attivo della ciprofloxacina, indicato per le profilassi contro la meningite. Per molti padovani è stato un ripiego per l’assenza del vaccino letteralmente andato a ruba. A chiederlo in farmacia, con tanto di ricetta del medico di base, sono state soprattutto le mamme, impaurite di un possibile contagio dei figli.
I vaccini sono a disposizione negli uffici igiene e in ospedale per i casi di necessità accertata (come per i 30 amici di Riccardo Huster che cenarono con lui il giorno prima del ricovero). Ma nelle farmacie i rifornimenti sono praticamente azzerati.
Assalto alle farmacie. Nelle farmacie padovane da venerdì mattina è scattata la corsa al vaccino. Non trovandolo, molti hanno ripiegato sulla profilassi antibiotica. «Negli ultimi due giorni ho venduto oltre cinquanta confezioni di antibiotico per la profilassi contro la meningite - racconta il dottor Andrea Meneghetti della farmacia Santa Sofia - sarà forse per il fatto di essere vicino all’università e al luogo dove il ragazzo viveva. Sta di fatto che molte mamme spaventate sono venute con la ricetta medica. Per quel che riguarda i vaccini, non prendiamo le ordinazioni proprio perché non sappiamo quando ci verrà consegnato». La stessa processione si è verificata nell’altra farmacia di turno del centro storico, la Carraro di via Cesare Battisti dove i clienti impauriti dalla meningite entrano in continuazione in cerca di vaccini e antibiotici. Insomma, a caccia di qualsiasi tipo di rassicurazione per passare sereno il Natale. «Ne abbiamo venduti almeno 50 da venerdì - spiega la farmacista - Soprattutto chi ha figli che frequentano locali pubblici teme un possibile contagio e corre ai ripari». Fuori dal centro la situazione diventa più normale: a Pontevigodarzere sono state consegnate sette confezioni in un giorno ma il farmacista spiega «che si tratta di un antibiotico che viene normalmente prescritto per patologie che colpiscono le vie alte e basse vie aeree».
Medici di base. Il presidente dei medici di base, Maurizio Benato, allarga le braccia di fronte al fenomeno: «Purtroppo questa psicosi colpisce non solo i pazienti, ma anche gli stessi medici - commenta Benato - Non ha senso prescrivere antibiotici solo perché un figlio va all’università o in un locale pubblico. Anche perché il virus della meningite rimane in vita cinque minuti all’aria e dunque è necessario un contatto diretto con saliva e secrezioni».
Paura a Capodanno. Per ora le associazioni di categoria, Appe e Confesercenti in particolare, non hanno avuto segnali in merito, ma è fondato il rischio che la psicosi da contagio possa condizionare il Capodanno dei padovani: più di un genitore sarebbe intenzionato a tenere a casa i figli la notte di Capodanno.(24 dicembre 2007)
Fonte: http://espresso.repubblica.it/dettaglio-local/«Genitori-non-riempite-i-figli-di-antibiotici»/1928887
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