La guardiana dei farmaci: Mai più casi Vioxx
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La guardiana dei farmaci: Mai più casi Vioxx
Diamo un Nome e un Cognome a chi sta dentro FDA
Ecco un articolo tratto da
Repubblica — 21 aprile 2008 pagina 25 sezione: AFFARI FINANZA
"La signora Janet Woodcock allarga le labbra in un sorriso e gli occhi all' orientale diventano ancora più allungati: Andrew von Eschenbach, presidente della potente Food and Drug Administration, l' ente del governo americano che controlla l' ingresso sul mercato dei prodotti alimentari e farmaceutici, l' ha appena nominata a capo del Cder, il Center for Drug Evaluation, di gran lunga il braccio più importante dell' Fda, quello che che si occupa della valutazione e della ricerca sui farmaci. Ogni specialità medica che abbia superato la fase della ricerca e che aspiri a diventare un prodotto da immettere sul mercato, passerà da lei. Dal più semplice antidolorifico per il mal di testa al più avanzato ritrovato contro malattie gravi e rare. Nelle sue mani c' è il destino di specialità attese dai pazienti ma anche quello delle aziende. Solo lei potrà decretare il successo o il fallimento di anni e anni di studi e di spese milionarie; solo lei potrà dire l' ultima parola sulle speranze di chi aspetta da un farmaco la soluzione ai suoi problemi. Intorno a lei si muove un mondo di lobby potentissime e di affari stratosferici. Dai membri delle comunità scientifiche ai centri che conducono le sperimentazioni cliniche; dai rappresentanti del congresso ai giornalisti; dalle associazioni di ammalati e di consumatori fino alle industrie, tutti guardano a Janet Woodcock. Che non ha alcun timore della nuova, alta responsabilità. Anche perché per lei, questa, non è la prima volta. La sua è una carriera cominciata 17 anni fa e giocata tutta all' interno della FDA. Per undici anni, dal 1994 fino al 2005, la dottoressa Woodcock è già stata la prima donna del Cder e il suo lavoro non aveva deluso le aspettative di cambiamento. Nei suoi anni al vertice aveva lasciato un segno, rovesciando la logica da sit and wait in una politica aggressiva, che invece di aspettare le proposte delle case farmaceutiche, chiedeva loro di esplorare nuove strade e indicava quali. Pratica come solo le donne sanno essere, Woodcock, ha ridotto della metà i tempi necessari per le decisioni sulla commerciabilità dei nuovi ritrovati, e ha trasformato quello che poteva essere un incarico burocratico in un ruolo attivo, trasformando l' agenzia in protagonista, uno stimolo per spingere Big Pharma a indirizzare la ricerca là dove sono più acute le necessità. Dopo l' 11 settembre 2001 è come se la dottoressa Woodcock abbia indossato la divisa militare sopra il camice trasformando i suoi uffici in una sede distaccata della sicurezza nazionale. Anche da lì, dal suo Centro di valutazione e ricerca, si è combattuta la battaglia contro la nuova, temibile minaccia, quella delle armi chimiche e batteriologiche. Come raccontano le sue biografie la signora è diventata un agente dell' antiterrorismo non per scelta filosofica ma per necessità. Da lì ha dovuto combattere anche altre battaglie, meno gloriose: c' era lei al vertice quando la FDA è finita nell' occhio del ciclone per il disastro del Vioxx, l' antinfiammatorio che la Merck ha ritirato dal mercato dopo le accuse di aver provocato solo negli Usa 27mila casi di morte per infarto e per il quale c' è stato chi ha attribuito all' agenzia uno scarso controllo e l' incapacità a pretendere studi clinici di lunga durata. L' America non è l' Italia, le donne al potere non sono e non erano casi rari, storie da indicare come eccezionali. Ma nell' America di Condoleeza Rice e di Hilary Rodham Clinton, il ritorno in prima linea della Woodcock che negli ultimi due anni ha diretto un gruppo di studio incaricato di migliorare le basi scientifiche della produzione farmacologica sembra un' ulteriore conferma della marcia inarrestabile delle donne verso le stanze dei bottoni. La politica della Food and Drug Administration, ha detto la potente Janet, che porta i capelli corti e preferisce semplici magliette a righe alle più formali giacche, che vive nel Maryland insieme al marito e a due figlie, sarà quella di mettere al primo posto la sicurezza. Di fronte a farmaci efficaci, ma dagli effetti collaterali dubbi, la risposta sarà un no all' immissione sul mercato. E ha insistito: «C' è una debolezza della scienza, e non è un problema né della politica né dei costi elevati, dietro la crescente difficoltà dei nuovi ritrovati a raggiungere il mercato». Sul web c' è chi saluta con entusiasmo il ritorno della lady dei farmaci, ma, certo del peso della politica nel settore, avvisa: resterà solo fino a che alla Casa Bianca ci sarà un inquilino di norme George Bush. - CINZIA SASSO "
Fonte: http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/04/21/133la.html
Ecco un articolo tratto da
Repubblica — 21 aprile 2008 pagina 25 sezione: AFFARI FINANZA
"La signora Janet Woodcock allarga le labbra in un sorriso e gli occhi all' orientale diventano ancora più allungati: Andrew von Eschenbach, presidente della potente Food and Drug Administration, l' ente del governo americano che controlla l' ingresso sul mercato dei prodotti alimentari e farmaceutici, l' ha appena nominata a capo del Cder, il Center for Drug Evaluation, di gran lunga il braccio più importante dell' Fda, quello che che si occupa della valutazione e della ricerca sui farmaci. Ogni specialità medica che abbia superato la fase della ricerca e che aspiri a diventare un prodotto da immettere sul mercato, passerà da lei. Dal più semplice antidolorifico per il mal di testa al più avanzato ritrovato contro malattie gravi e rare. Nelle sue mani c' è il destino di specialità attese dai pazienti ma anche quello delle aziende. Solo lei potrà decretare il successo o il fallimento di anni e anni di studi e di spese milionarie; solo lei potrà dire l' ultima parola sulle speranze di chi aspetta da un farmaco la soluzione ai suoi problemi. Intorno a lei si muove un mondo di lobby potentissime e di affari stratosferici. Dai membri delle comunità scientifiche ai centri che conducono le sperimentazioni cliniche; dai rappresentanti del congresso ai giornalisti; dalle associazioni di ammalati e di consumatori fino alle industrie, tutti guardano a Janet Woodcock. Che non ha alcun timore della nuova, alta responsabilità. Anche perché per lei, questa, non è la prima volta. La sua è una carriera cominciata 17 anni fa e giocata tutta all' interno della FDA. Per undici anni, dal 1994 fino al 2005, la dottoressa Woodcock è già stata la prima donna del Cder e il suo lavoro non aveva deluso le aspettative di cambiamento. Nei suoi anni al vertice aveva lasciato un segno, rovesciando la logica da sit and wait in una politica aggressiva, che invece di aspettare le proposte delle case farmaceutiche, chiedeva loro di esplorare nuove strade e indicava quali. Pratica come solo le donne sanno essere, Woodcock, ha ridotto della metà i tempi necessari per le decisioni sulla commerciabilità dei nuovi ritrovati, e ha trasformato quello che poteva essere un incarico burocratico in un ruolo attivo, trasformando l' agenzia in protagonista, uno stimolo per spingere Big Pharma a indirizzare la ricerca là dove sono più acute le necessità. Dopo l' 11 settembre 2001 è come se la dottoressa Woodcock abbia indossato la divisa militare sopra il camice trasformando i suoi uffici in una sede distaccata della sicurezza nazionale. Anche da lì, dal suo Centro di valutazione e ricerca, si è combattuta la battaglia contro la nuova, temibile minaccia, quella delle armi chimiche e batteriologiche. Come raccontano le sue biografie la signora è diventata un agente dell' antiterrorismo non per scelta filosofica ma per necessità. Da lì ha dovuto combattere anche altre battaglie, meno gloriose: c' era lei al vertice quando la FDA è finita nell' occhio del ciclone per il disastro del Vioxx, l' antinfiammatorio che la Merck ha ritirato dal mercato dopo le accuse di aver provocato solo negli Usa 27mila casi di morte per infarto e per il quale c' è stato chi ha attribuito all' agenzia uno scarso controllo e l' incapacità a pretendere studi clinici di lunga durata. L' America non è l' Italia, le donne al potere non sono e non erano casi rari, storie da indicare come eccezionali. Ma nell' America di Condoleeza Rice e di Hilary Rodham Clinton, il ritorno in prima linea della Woodcock che negli ultimi due anni ha diretto un gruppo di studio incaricato di migliorare le basi scientifiche della produzione farmacologica sembra un' ulteriore conferma della marcia inarrestabile delle donne verso le stanze dei bottoni. La politica della Food and Drug Administration, ha detto la potente Janet, che porta i capelli corti e preferisce semplici magliette a righe alle più formali giacche, che vive nel Maryland insieme al marito e a due figlie, sarà quella di mettere al primo posto la sicurezza. Di fronte a farmaci efficaci, ma dagli effetti collaterali dubbi, la risposta sarà un no all' immissione sul mercato. E ha insistito: «C' è una debolezza della scienza, e non è un problema né della politica né dei costi elevati, dietro la crescente difficoltà dei nuovi ritrovati a raggiungere il mercato». Sul web c' è chi saluta con entusiasmo il ritorno della lady dei farmaci, ma, certo del peso della politica nel settore, avvisa: resterà solo fino a che alla Casa Bianca ci sarà un inquilino di norme George Bush. - CINZIA SASSO "
Fonte: http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/04/21/133la.html
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