Epilessia e assunzione Tolep 300mg
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Epilessia e assunzione Tolep 300mg
Salve mi chiamo Francesca, vi scrivo in merito ad un problema che ha mio marito: da 11 anni soffre di crisi parziali di epilessia, abbiamo girato vari medici ed ovviamente ognuno di loro ha dato cure diverse infatti per molti anni mio marito ha fatto uso di rivotril, però ci siamo accorti che con il passare del tempo la malattia è avanzata quindi ci siamo rivolti ad un ulteriore medico il quale gli ha prescritto il Tolep dicendo che il rivotril non serviva a nulla. Iniziata la cura da ormai un anno abbiamo riscontrato che non solo le crisi comunque sono presenti ma assumendo il tolep ha praticamente il pomo che si muove molto velocemente su e giù recandogli fastidio, abbiamo contattato il medico il quale ci ha risposto che questo succede perchè lui ha smesso di prendere il rivotril, ma secondo il parere di mio marito il tutto accade da quando ha iniziato questa nuova cura; Inoltre cè da dire che due sere fa ci siamo collegati ad un canale Sky dove trasmettevano una vecchia puntata del 2004 di Report e parlavano proprio del Tolep e dei suoi effetti collaterali che avevano riscontrato nei topi, praticamente iniettando il medicinale hanno riscontrato che il topo produce un' enzima che con gli anni provoca il cancro al fegato. Vi lascio immaginare la nostra reazione ora io vi chiedo è possibile tutto ciò? e secondo il parere di un esperto come ci dobbiamo muovere? sinceramente sono molto preoccupata. Ringaziandovi anticipatamente porgo i miei più cordiali saluti Francesca
francesca- Numero di messaggi : 2
Età : 47
Data d'iscrizione : 17.06.08
mi permetto
Gentile Francesca,
premetto subito a chiare lettere di non essere un medico, e che quindi la patologia di suo marito non rientra nelle mie competenze di naturopata.
Le parole che seguiranno sono dettate esclusivamente dal buon senso e dalla curiosità che dovrebbe animare chi fa un lavoro come il mio.
Quanto al farmaco, è indubbio che esso provochi degli effetti collaterali: potrei ripeterle le stesse informazioni che anche lei avrà reperito sul Tolep... a me non è questo che interessa.
In quanto naturopata ad indirizzo psicosomatico, vorrei indagare la malattia di suo marito a 360 gradi.
Tralascio il punto di vista medico-tradizionale che, come le ripeto, non è di mia competenza.
Mi piacerebbe concentrarmi però sui tanti altri aspetti dell'epilessia.
Ci ha detto che colpisce suo marito da 11 anni e che nel tempo si è aggravata quanto all'intensità.
Potrebbe dirci con quale frequenza arrivano gli attacchi? Se ha mai notato una corripondenza tra eventi stressanti sia fisici che emotivi e l'insorgenza di una crisi?
Come vive il disagio suo marito, come ha reagito negli anni?
Ha parlato di crisi parziali: potrebbe descriverci un attacco epilettico nel dettaglio?
Ricorda il primissimo attacco? in quale periodo della vita ha colpito suo marito, come stava vivendo a quel tempo?
Ancora: che cosa NON consente di fare a suo marito la malattia che l'ha colpito?
Sono domande personali, me ne rendo conto.
Se le risulta difficile rispondere qui, come sarebbe ovvio, provi quantomeno a rispondere nell'intimo di se stessa.
Io nel mio lavoro parto dal presupposto che ogni "malattia" contiene un messaggio: un messaggio che va ascoltato, qualsiasi esso sia. Continui la sua ricerca affincandosi ad un bravo medico, mi raccomando. Ma non tralasci questi altri aspetti.
Le auguro davvero il meglio.
Cordialmente,
premetto subito a chiare lettere di non essere un medico, e che quindi la patologia di suo marito non rientra nelle mie competenze di naturopata.
Le parole che seguiranno sono dettate esclusivamente dal buon senso e dalla curiosità che dovrebbe animare chi fa un lavoro come il mio.
Quanto al farmaco, è indubbio che esso provochi degli effetti collaterali: potrei ripeterle le stesse informazioni che anche lei avrà reperito sul Tolep... a me non è questo che interessa.
In quanto naturopata ad indirizzo psicosomatico, vorrei indagare la malattia di suo marito a 360 gradi.
Tralascio il punto di vista medico-tradizionale che, come le ripeto, non è di mia competenza.
Mi piacerebbe concentrarmi però sui tanti altri aspetti dell'epilessia.
Ci ha detto che colpisce suo marito da 11 anni e che nel tempo si è aggravata quanto all'intensità.
Potrebbe dirci con quale frequenza arrivano gli attacchi? Se ha mai notato una corripondenza tra eventi stressanti sia fisici che emotivi e l'insorgenza di una crisi?
Come vive il disagio suo marito, come ha reagito negli anni?
Ha parlato di crisi parziali: potrebbe descriverci un attacco epilettico nel dettaglio?
Ricorda il primissimo attacco? in quale periodo della vita ha colpito suo marito, come stava vivendo a quel tempo?
Ancora: che cosa NON consente di fare a suo marito la malattia che l'ha colpito?
Sono domande personali, me ne rendo conto.
Se le risulta difficile rispondere qui, come sarebbe ovvio, provi quantomeno a rispondere nell'intimo di se stessa.
Io nel mio lavoro parto dal presupposto che ogni "malattia" contiene un messaggio: un messaggio che va ascoltato, qualsiasi esso sia. Continui la sua ricerca affincandosi ad un bravo medico, mi raccomando. Ma non tralasci questi altri aspetti.
Le auguro davvero il meglio.
Cordialmente,
Dott.Alessandro Todeschin- Numero di messaggi : 31
Età : 44
Località : Thiene (Vicenza)
Data d'iscrizione : 11.06.08
per il Dott. Todeschin da Francesca
Buongiono Dottore,
Grazie per avermi risposto Le rimetto di seguito informazioni da Lei richieste,
La frequenza è molto variabile, non si è aggravata nel tempo ma l'intensità si.
all'inizio aveva solo formicolio e bruciore alla mano sx per pochi secondi, con il trascorrere degli anni si è protratto al braccio sx, alla gamba sx, al piede sx e anche al viso parte sx, non perde mai conoscenza è sempre vigile, dopo le crisi si sente stanco.
La prima crisi avvenne in un periodo di stress lavorativo e familiare all'età di 21 anni.
fortunatamente il lavoro si è incrementato notevolmente lui è divenuto amministratore di una S.p.A e maggiore azionista della stessa nell'ambito finanziario, questo ha comportato uno stress enorme per la gestione di tale azienda e di uomini, ovviamnente con soddisfazione.
Le crisi si intensificano quando vive momenti di forte tensione anche a causa della sua famiglia.
Fortunatamente non incide sulla vita di tutti i giorni.
Credo che queste crisi derivino esclusivamente da stress. N.b. quando era piccolo ebbe un trauma cranico lato dx dovuto a caduta, si evince da risonanza magnetica minuscola frattura cranica.
inoltre qualunque tipo di esame effettuato è negativo.
Attendo sue, cordialmente FRANCESCA.
Grazie per avermi risposto Le rimetto di seguito informazioni da Lei richieste,
La frequenza è molto variabile, non si è aggravata nel tempo ma l'intensità si.
all'inizio aveva solo formicolio e bruciore alla mano sx per pochi secondi, con il trascorrere degli anni si è protratto al braccio sx, alla gamba sx, al piede sx e anche al viso parte sx, non perde mai conoscenza è sempre vigile, dopo le crisi si sente stanco.
La prima crisi avvenne in un periodo di stress lavorativo e familiare all'età di 21 anni.
fortunatamente il lavoro si è incrementato notevolmente lui è divenuto amministratore di una S.p.A e maggiore azionista della stessa nell'ambito finanziario, questo ha comportato uno stress enorme per la gestione di tale azienda e di uomini, ovviamnente con soddisfazione.
Le crisi si intensificano quando vive momenti di forte tensione anche a causa della sua famiglia.
Fortunatamente non incide sulla vita di tutti i giorni.
Credo che queste crisi derivino esclusivamente da stress. N.b. quando era piccolo ebbe un trauma cranico lato dx dovuto a caduta, si evince da risonanza magnetica minuscola frattura cranica.
inoltre qualunque tipo di esame effettuato è negativo.
Attendo sue, cordialmente FRANCESCA.
Dott.Alessandro Todeschin ha scritto:Gentile Francesca,
premetto subito a chiare lettere di non essere un medico, e che quindi la patologia di suo marito non rientra nelle mie competenze di naturopata.
Le parole che seguiranno sono dettate esclusivamente dal buon senso e dalla curiosità che dovrebbe animare chi fa un lavoro come il mio.
Quanto al farmaco, è indubbio che esso provochi degli effetti collaterali: potrei ripeterle le stesse informazioni che anche lei avrà reperito sul Tolep... a me non è questo che interessa.
In quanto naturopata ad indirizzo psicosomatico, vorrei indagare la malattia di suo marito a 360 gradi.
Tralascio il punto di vista medico-tradizionale che, come le ripeto, non è di mia competenza.
Mi piacerebbe concentrarmi però sui tanti altri aspetti dell'epilessia.
Ci ha detto che colpisce suo marito da 11 anni e che nel tempo si è aggravata quanto all'intensità.
Potrebbe dirci con quale frequenza arrivano gli attacchi? Se ha mai notato una corripondenza tra eventi stressanti sia fisici che emotivi e l'insorgenza di una crisi?
Come vive il disagio suo marito, come ha reagito negli anni?
Ha parlato di crisi parziali: potrebbe descriverci un attacco epilettico nel dettaglio?
Ricorda il primissimo attacco? in quale periodo della vita ha colpito suo marito, come stava vivendo a quel tempo?
Ancora: che cosa NON consente di fare a suo marito la malattia che l'ha colpito?
Sono domande personali, me ne rendo conto.
Se le risulta difficile rispondere qui, come sarebbe ovvio, provi quantomeno a rispondere nell'intimo di se stessa.
Io nel mio lavoro parto dal presupposto che ogni "malattia" contiene un messaggio: un messaggio che va ascoltato, qualsiasi esso sia. Continui la sua ricerca affincandosi ad un bravo medico, mi raccomando. Ma non tralasci questi altri aspetti.
Le auguro davvero il meglio.
Cordialmente,
francesca- Numero di messaggi : 2
Età : 47
Data d'iscrizione : 17.06.08
altre strade
Cara Francesca,
grazie per le sue preziose informazioni.
Come le dicevo ieri, sono assolutamente convinto che ogni disagio compaia per un motivo ben preciso: ora, questo motivo va indagato su tutti i versanti possibili. Lei e suo marito state percorrendo un'indagine tecnica affiancati da medici che devono appurare le cause organiche dell'epilessia. Benissimo. Continuate così.
Ma vi suggerisco di esplorare anche altre vie che contemplino aspetti ulteriori del disagio: nella sua zona di residenza vi saranno certamente bravi professionisti capaci di impegnarsi in questo compito.
La scelta del percorso complementare a quello della medicina ufficiale non è facile: sono tantissime le tecniche cui poter ricorrere.
Io potrei consigliarvi lo shiatsu piuttosto che la floriterapia, ma l'essenziale è trovare il modo di portare in superficie il messaggio nascosto di questi attacchi epilettici. Con la testa sulle spalle però, mi raccomando! Non affidatevi al primo che capita, ma cercate di creare una rete di competenze (mediche e naturali insieme) che vi sostenga passo passo.
Quante volte, dietro il disagio, c'è una vita che ci va troppo stretta! Una vita che è quella che non fa per noi! Una vita che magari ci hanno imposto dall'esterno, mentre sognavamo tutt'altra strada per noi stessi!
Auguroni di cuore!
Mettetevi in contatto con la dott.ssa Caldironi, amministratrice di questo sito: siamo sulla stessa linea di pensiero e potrà esservi di aiuto anche lei!
Con amicizia
grazie per le sue preziose informazioni.
Come le dicevo ieri, sono assolutamente convinto che ogni disagio compaia per un motivo ben preciso: ora, questo motivo va indagato su tutti i versanti possibili. Lei e suo marito state percorrendo un'indagine tecnica affiancati da medici che devono appurare le cause organiche dell'epilessia. Benissimo. Continuate così.
Ma vi suggerisco di esplorare anche altre vie che contemplino aspetti ulteriori del disagio: nella sua zona di residenza vi saranno certamente bravi professionisti capaci di impegnarsi in questo compito.
La scelta del percorso complementare a quello della medicina ufficiale non è facile: sono tantissime le tecniche cui poter ricorrere.
Io potrei consigliarvi lo shiatsu piuttosto che la floriterapia, ma l'essenziale è trovare il modo di portare in superficie il messaggio nascosto di questi attacchi epilettici. Con la testa sulle spalle però, mi raccomando! Non affidatevi al primo che capita, ma cercate di creare una rete di competenze (mediche e naturali insieme) che vi sostenga passo passo.
Quante volte, dietro il disagio, c'è una vita che ci va troppo stretta! Una vita che è quella che non fa per noi! Una vita che magari ci hanno imposto dall'esterno, mentre sognavamo tutt'altra strada per noi stessi!
Auguroni di cuore!
Mettetevi in contatto con la dott.ssa Caldironi, amministratrice di questo sito: siamo sulla stessa linea di pensiero e potrà esservi di aiuto anche lei!
Con amicizia
Dott.Alessandro Todeschin- Numero di messaggi : 31
Età : 44
Località : Thiene (Vicenza)
Data d'iscrizione : 11.06.08
Nuove proposte
Cara Signora Francesca,
Le porgo i più sinceri auguri.
Distinti saluti.
Giuseppe
voglio premettere di non essere un medico ma, soltanto un ricercatore nel campo delle cure non convenzionali, pertanto prenda queste informazioni come consigli scaturiti da anni di ricerche, studi e conoscenze personali e quindi da sottoporre all’approvazione di personale competente per settore.
La informo che, su segnalazione della cara amica dott.ssa Silvia Caldironi, ideatrice del sito, ho avuto modo di leggere le problematiche che affliggono suo marito.
Dai suoi scritti, mi sembra di capire che, il soggetto è affetto da crisi epilettiche parziali (crisi Jacksoniane) in cui lo stimolo è circoscritto alla singola area cerebrale destra con scariche ipersincroniche che interessano solo una porzione del Sistema Nervoso Centrale, con sintomatologia omolaterale sinistra, lo stato di coscienza è conservato.
Visti gli esiti negativi degli esami effettuati, mi sembra alquanto probabile che la causa sia da imputare a due fattori, ossia:
- alla microfrattura cranico–destra riportata in giovane età
- allo stress lavorativo e familiare.
Il primo fattore potrebbe aver danneggiato l’area interessata alterando l’equilibrio fisiologico cranio-cerebrale.
Il secondo fattore potrebbe interferire sull’energia del fegato, l’organo della rabbia, che sovraeccitato, libera l’energia yang verso l’alto causando aumento del calore e della pressione all’interno del cranio.
A mio avviso le terapie più indicate per questo caso, sono sicuramente l’Osteopatia Cranica, per ripristinare la corretta circolazione del liquido cerebrospinale ed in sinergia l’Agopuntura Energetica, per riequilibrare il Qi Vitale. Aggiungerei qualche seduta di psicosomatica per comprendere e gestire al meglio lo stress.
Potrà trovare validi operatori contattando le rispettive associazioni nazionali.La informo che, su segnalazione della cara amica dott.ssa Silvia Caldironi, ideatrice del sito, ho avuto modo di leggere le problematiche che affliggono suo marito.
Dai suoi scritti, mi sembra di capire che, il soggetto è affetto da crisi epilettiche parziali (crisi Jacksoniane) in cui lo stimolo è circoscritto alla singola area cerebrale destra con scariche ipersincroniche che interessano solo una porzione del Sistema Nervoso Centrale, con sintomatologia omolaterale sinistra, lo stato di coscienza è conservato.
Visti gli esiti negativi degli esami effettuati, mi sembra alquanto probabile che la causa sia da imputare a due fattori, ossia:
- alla microfrattura cranico–destra riportata in giovane età
- allo stress lavorativo e familiare.
Il primo fattore potrebbe aver danneggiato l’area interessata alterando l’equilibrio fisiologico cranio-cerebrale.
Il secondo fattore potrebbe interferire sull’energia del fegato, l’organo della rabbia, che sovraeccitato, libera l’energia yang verso l’alto causando aumento del calore e della pressione all’interno del cranio.
A mio avviso le terapie più indicate per questo caso, sono sicuramente l’Osteopatia Cranica, per ripristinare la corretta circolazione del liquido cerebrospinale ed in sinergia l’Agopuntura Energetica, per riequilibrare il Qi Vitale. Aggiungerei qualche seduta di psicosomatica per comprendere e gestire al meglio lo stress.
Le porgo i più sinceri auguri.
Distinti saluti.
Giuseppe
Giuseppe Di Giovanni- Numero di messaggi : 36
Età : 61
Località : Ravenna
Data d'iscrizione : 30.04.08
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